La visualizzazione dei dati, come è conosciuta in italiano, è una pratica che consente di rappresentare e analizzare small e big data di qualsiasi natura o origine. Vengono usati diversi strumenti per farlo, come grafici, mappe o diagrammi.
Cos’è la data visualization?
Avere la possibilità di passare al vaglio i dati, al giorno d’oggi, è indispensabile, soprattutto per osservare eventuali tendenze (e anticiparle) o controllare la presenza di valori anomali, così come ricorrenze.
In ogni momento vengono generate tantissimi dati. Migliaia. Anzi, miliardi al giorno. Trovare un senso, un filo logico, non sempre è facile. Ecco perché la data visualization è un punto di riferimento: rimanda una chiara visione di insieme.
La storia della data visualization
L’origine della data visualization? Antica, in realtà: da sempre abbiamo cercato di dare un nome alle tendenze e ai fenomeni, analizzando ciò che più di prezioso abbiamo. I dati. Il primo grafico, del resto, risale al X secolo d.C. Ma solamente nel ’500 vengono poste le prime basi; nel ‘600, invece, si inizia a parlare di rappresentazione grafica di dati.
L’invenzione del grafico a torta nell’800 cambia tutto, fino ad arrivare ai primi anni del ‘900, quando i grafici sono diventati la “norma” sui libri di testo, prima inglesi e poi in altre lingue. E, infine, la tecnologia ha fatto il resto: oggi possiamo analizzare una grandissima quantità di dati in pochi secondi.
Perché la visualizzazione dei dati è importante?
Immaginiamo di dover analizzare ogni informazione, una per una. Il nostro cervello non riuscirebbe, perché non è allenato a recepire ogni dato, non è un “processore”.
Come anticipato, bisogna avere una visione chiara d’insieme, ed è quella che rimanda la visualizzazione dei dati.
Questa tecnica è utile in ogni campo: medico-sanitario, marketing, finanza, scuola. Riuscire a esprimere un argomento avvalendosi di grafici, di dashboard o slide, dopo aver analizzato ogni info a propria disposizione, significa sapere dove e come investire. E quali decisioni prendere.
Come funziona la data visualization
Ben pochi riuscirebbero a leggere una lunga tabella di numeri, invece tutti sono affascinati dalle rappresentazioni. Attraverso un grafico, con una serie di fluttuazioni, possiamo comprendere le oscillazioni di un dato valore nel tempo molto più facilmente.
Funziona in modo molto semplice e lineare: di fatto, è l’elaborazione di numeri, immagini, suoni o lettere, così da trasformare i dati in preziose informazioni. Ed è in grado di raccontare una storia, persino con i dati più complessi da capire. Senza considerare che è un’occasione preziosa per analizzare fatti sconosciuti, tendenze o ancora trovare valori anonimi da sfruttare a proprio favore.
Tipologie di visualizzazione dei dati
Una delle principali tipologie di visualizzazione dei dati? Ne abbiamo parlato prima: il grafico a torta. O magari il grafico a barre. Ma esistono diverse soluzioni per visualizzare le informazioni e iniziare a usarle, tra cui i diagrammi, le mappe, le infografiche, le dashboard o le tabelle.
Naturalmente, non esiste un solo tipo di diagramma o di grafico: ci sono le mappe della distribuzione di punti, i diagrammi a rete, le tabelle di testo o le linee temporali (e molto altro). Ciascuna tipologia è utile in base alla situazione e all’analisi da effettuare.
Tool di data visualization
Siamo ben lontani dai primi grafici a torta e dall’elaborazione manuale dei dati: oggi sfruttiamo le nuove tecnologie e soluzioni end-to-end personalizzate per raccogliere le informazioni e iniziare davvero a fare la differenza.
Quali sono i tool e i software per la data visualization? Uno dei programmi più conosciuti è Google Charts, o ancora Datawrapper e Infogram. Molti strumenti supportano stili visivi semplici e facili, che gestiscono un volume di dati anche abbastanza ampio. Ma spesso c’è il bisogno di optare per uno strumento di ultima generazione, molto più personalizzabile.
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